A Kiev, patrioti e/o traditori

La manifestazione dei nazionalisti ucraini a Kiev

Ancora la storia al posto della politica, nell’Europa dove il passato non vuol passare. Diecimila persone si sono radunate oggi a Kiev intorno al monumento al poeta Taras Shevchenko e hanno poi sfilato per celebrare il 70mo anniversario della creazione dell’UPA (Ukrainska Povstanska Armija), l’esercito insurrezionale ucraino che fra il 1942 e la fine degli anni ’40 combattè prima a fianco dei tedeschi contro i partigiani polacchi che operavano nelle regioni occidentali dell’attuale Ucraina (ma che fra il 1918 e il 1939, e per secoli prima del ‘700 erano polacche), poi contro i tedeschi e infine di nuovo insieme a loro contro l’Armata Rossa. Dopo il 1945 l’UPA continuò per anni una guerriglia senza quartiere contro le forze di sicurezza sovietiche, terminata solo con l’uccisione del suo capo militare, il generale Roman Shukhevic, nel 1950 a L’viv.  Nel 1959, a Monaco di Baviera, agenti del KGB assassinavano anche lo storico leader politico del nazionalismo ucraino e dell’UPA, Stepan Bandera.

La memoria dell’UPA (e del partito che lo rappresentava politicamente, l’OUN, organizzazione dei nazionalisti ucraini) ha costituito sempre un fattore estremamente divisivo nell’Ucraina indipendente. Vista da alcuni (nelle regioni occidentali del Paese, con un passato di dominazioni polacche e asburgiche, dove la supremazia russo-sovietica è stata imposta solo nel ’45) come una formazione di eroici patrioti, da elevare a simbolo della nazione ucraina, e da altri (nell’est, appartenente all’impero zarista fin dal Seicento) come una banda di traditori e assassini, responsabili di orrendi massacri di civili e di ebrei, la sua vicenda è stata usata in modo pesante nella politica ucraina recente. Nel 2007 l’allora presidente Viktor Yushenko conferiva alla memoria dei due leader uccisi la più alta onorificenza nazionale, quella di Eroe dell’Ucraina, istituendo una festa nazionale nella ricorrenza della fondazione dell’UPA; nel 2011 l’attuale presidente Viktor Yanukovich ha annullato quelle decisioni. A livello locale, il municipio di L’viv ha fatto traslare le salme dei dirigenti dell’UPA in una nuova sezione monumentale dello storico e bellissimo cimitero cittadino, appositamente dedicata agli “eroi dell’indipendenza nazionale”.

Oggi, i nazionalisti ucraini del partito di opposizione “Svoboda” (libertà) hanno raccolto parecchie migliaia di persone dietro i cordoni di testa formati da un gruppo di reduci dell’UPA, sotto le bandiere azzurre del partito e quelle rosso-nere dell’esercito insurrezionale, portando ritratti di Bandera e Shukhevic, e hanno sfilato per la città protetti da un folto schieramento di polizia.

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